"Si deve sempre rispetto alle religioni altrui.
Agendo in questo modo si esalta la propria religione e non si fa offesa alle altre"

Editto XII 
del re indiano Ash
oka 
(III secolo a.C.)

 

Decalogo per il dialogo



Che cos'è il dialogo

    È la via degli uomini, e quindi anche della chiesa, per incontrare l'uomo, per risolvere senza violenza i problemi della vita: dialogo tra fede e scienza, tra politica e chiesa, tra partiti politici, tra le economie, tra le religioni, tra le chiese cristiane...
    Il dialogo nasce dal desiderio del bene, dall'amore per il bene; è un sereno fraterno incontro di coloro che cercano insieme la verità e i valori umani (pace, giustizia, libertà...), donandoseli reciprocamente e cercando insieme anche le forme concrete della loro realizzazione.
    Contro ogni forma di egoismo e di orgoglio, il dialogo richiede la disponibilità a condividere quello che si è (vita, destino, gioie, dolori...), quello che si possiede (beni materiali, culturali, spirituali...), quello che si pensa e si crede, senza fare dogma del proprio pensiero e della propria fede.
    Il dialogo incontra dei rischi possibili: scontri, divisioni, perdita di tempo...
    Il dialogo richiede la disponibilità a uscire dal proprio comodo, dalla terra conquistata e impegna a rivedere le proprie posizioni, a conciliare le proprie esigenze con quelle degli altri, a sopportare insuccessi, umiliazioni, derisioni...
   
Il dialogo non è unanimità: per ciascuno rimane la possibilità di mantenere la propria identità. Non c'è opposizione tra dialogo, identità e diversità; vi è piuttosto complementarietà. 


Suggerimenti per poter dialogare da cristiani maturi

1. Appoggiarsi sulla parola di Dio, sulla fede in Gesù Cristo; per noi il bene dell'uomo deve fare riferimento all'uomo Gesù Cristo e imitarlo.

2. Ascoltare l'altro, prendendo sul serio quello che dice, con disponibilità a cambiare la propria opinione, la propria visione delle cose; occorre bandire la fretta e saper interpretare il linguaggio dell'altro.

3. Dare fiducia, pensare bene, rispettare la coscienza dell'altro; si presuppone la buona fede di tutti, presenti e assenti. Senza amore non si capisce l'altro; le gelosie, le antipatie, le lotte per il potere e il possedere non aiutano a capire l'altro.

4. Superare il personalismo, la ricerca del proprio interesse, del proprio benessere; si cercano i valori comuni, ritenendo la critica alle proprie idee non come una sconfitta ma come un'occasione di costruzione; la diversità di opinioni è una ricchezza e come tale bisogna viverla.

5. Non fare apologia di se stessi, delle proprie idee, ma semplicemente proporle, come fa Dio...

6. Avere uno stile dialogico, basata sulla franchezza umile (l'orgoglioso non sa dialogare), l'educazione, il rispetto, la capacità di tacere, di concentrarsi, di ascoltare.

7. Esporre con chiarezza, dopo aver ben riflettuto, le proprie idee, con brevità, concisione, e volontà di condividere le motivazioni profonde più che le emozioni.

8. Essere oggettivi, cercando di dimenticare noi stessi: anche se intelligenti, siamo sempre limitati.

9. Mostrate equilibrio: tra legge e libertà, tra soggettività e oggettività, fra tradizione e progresso, tra identità e pluralità...

10. Incarnarsi nella situazione, nella storia, nella ricerca degli uomini e delle donne del nostro tempo...


Il decalogo di Assisi per la pace

[Testo dell'impegno preso dai partecipanti all'incontro di Assisi a servizio della pace del 24 gennaio 2002]

1. Ci impegniamo a proclamare la nostra ferma convinzione che la violenza e il terrorismo si oppongono al vero spirito religioso e, condannando qualsiasi ricorso alla violenza e alla guerra in nome di Dio o della religione, ci impegniamo a fare tutto il possibile per sradicare le cause del terrorismo.

2. Ci impegniamo a educare le persone al rispetto e alla stima reciproci, affinché si possa giungere a una coesistenza pacifica e solidale fra i membri di etnie, culture e religioni diverse.

3. Ci impegniamo a promuovere la cultura del dialogo, affinché si sviluppino la comprensione e la fiducia reciproche fra gli individui e fra i popoli, poiché tali sono le condizioni di una pace autentica.

4. Ci impegniamo a difendere il diritto di ogni persona umana a condurre un'esistenza degna, conforme alla sua identità culturale, e a fondare liberamente una propria famiglia.

5. Ci impegniamo a dialogare con sincerità e pazienza, non considerando ciò che ci separa come muro insormontabile, ma, al contrario, riconoscendo che il confronto con la diversità degli altri può diventare un'occasione di maggiore comprensione reciproca.

6. Ci impegniamo a perdonarci reciprocamente gli errori e i pregiudizi del passato e del presente, e a sostenerci nello sforzo comune per vincere l'egoismo e l'abuso, l'odio e la violenza, e per imparare dal passato che la pace senza la giustizia non è una pace vera.

7. Ci impegniamo a stare accanto a quanti soffrono per la miseria e l'abbandono, facendoci voce di quanti non hanno voce e operando concretamente per superare simili situazioni, convinti che nessuno possa essere felice da solo.

8. Ci impegniamo a fare nostro il grido di quanti non si rassegnano alla violenza e al male, e desideriamo contribuire con tutte le nostre forze a dare all'umanità del nostro tempo una reale speranza di giustizia e di pace.

9. Ci impegniamo a incoraggiare qualsiasi iniziativa che promuova l'amicizia fra i popoli, convinti che, se manca un'intesa solida fra i popoli, il progresso tecnologico espone il mondo a crescenti rischi di distruzione e di morte.

10. Ci impegniamo a chiedere ai responsabili delle nazioni di compiere tutti gli sforzi possibili affinché, a livello nazionale e a livello internazionale, sia edificato e consolidato un mondo di solidarietà e di pace fondato sulla giustizia.

 

  Contatti: info@dimitalia.com

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