"Si deve sempre rispetto alle religioni altrui.
Agendo in questo modo si esalta la propria religione e non si fa offesa alle altre"

Editto XII 
del re indiano Ashoka 
(III secolo a.C.)

 

Riunione annuale dei membri del DIM Italia 2021

Monastero camaldolese di Fonte Avellana (PU)
1-3 settembre 2021

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“Nobiltà d’animo (
futuwwa) è provare gioia quando si incontrano i propri fratelli”.
(al-Sulamī)

Con grande gioia il gruppo italiano del DIM è tornato al monastero di Fonte Avellana (PU), dove ha vissuto l’importante e significativo momento della sua riunione annuale. A distanza di otto anni dalla nostra precedente visita, abbiamo ritrovato la calorosa e attenta accoglienza della comunità monastica camaldolese, che ci ha permesso di vivere l’incontro in un clima di rinnovata amicizia fraterna e di approfondita comunione spirituale.

Essendo la partecipazione all’incontro dello scorso anno avvenuta per molti dei membri in modalità online causa covid, la gioia di ritrovarci tutti insieme “in presenza” dopo due anni è stata grande. I partecipanti sono stati ventinove, purtroppo meno “variegati” degli scorsi anni: ai monaci e alle monache cristiani di diverse appartenenze monastiche (benedettini/e, cistercensi, camaldolesi, comunità monastica di Bose, comunità monastica di S. Maria di Pulsano, clarisse, cappuccine, carmelitane, piccola famiglia dell’Annunziata, comunità monastica San Serafino di Sarov) si sono affiancati monaci e monache buddhisti zen, oltre a un fratello e una sorella musulmani della Comunità religiosa islamica (Co.Re.Is.) italiana. Erano presenti anche d. Giuliano Savina, direttore dell’Ufficio nazionale per l’ecumenismo e il dialogo interreligioso della CEI, e p. Paulin Batairwa Kubuya, sottosegretario del Pontificio consiglio per il dialogo interreligioso. Anche quest’anno abbiamo avuto la gioia di accogliere, nella condivisione del nostro cammino, nuove sorelle e nuovi fratelli.

L’incontro si è aperto, nel pomeriggio di mercoledì 1° settembre, con una visita al monastero guidata da d. Gianni, priore di Fonte Avellana, seguita da un breve momento di presentazione dei partecipanti. Dopo la partecipazione comune alla preghiera dei vespri con la comunità avellanita e la cena, fr. Cesare, monaco di Fonte Avellana e membro del DIM, ci ha offerto una sintetica panoramica su “Il rapporto solitudine-vita comune nell’esperienza monastica camaldolese: ieri e oggi”. Riandando alle origini della storia camaldolese attraverso la presentazione delle figure di Romualdo e Pier Damiani e sintetizzandone gli sviluppi fino ai nostri giorni, fr. Cesare ci ha introdotti al tema di riflessione che abbiamo scelto per quest’anno: Solitudine e vita comune nell’esperienza monastica.

La giornata di giovedì 2 settembre, apertasi con la preghiera delle lodi, ha visto l’intera mattinata dedicata all’ascolto di sei presentazioni che hanno sinteticamente risposto alla domanda-guida: “Che cosa abbiamo ereditato dalle nostre tradizioni circa il rapporto tra solitudine e vita comune?”. Abd al-Ghafur e Fatima (Co.Re.Is.) hanno declinato il tema nella prospettiva della tradizione contemplativa islamica, sr. Chiara Angela (clarisse di Urbino) lo ha declinato nella prosepttiva della tradizione monastica cristiana francescana/clariana, sr. Luciana Mirjam lo ha fatto nella prospettiva della tradizione monastica cristiana benedettina; a seguire, la v. Elena Seishin (Enku Dojo di Torino) ha arricchito la riflessione portando la voce della tradizione monastica buddhista mahāyāna sul tema, sv. Hamsananda e la comunità monastica del Gitananda Ashram, attraverso un video appositamente realizzato per l’occasione, ci ha fatto giungere la voce della tradizione monastica induista, e infine sr. Maria Clara e sr. Cristiana (carmelitane di Sassuolo) hanno integrato l’interessante panoramica con un intervento a due voci sulla tradizione monastica cristiana carmelitana. A causa della mancanza di tempo è venuto purtroppo meno lo spazio per il confronto a seguito dell’ascolto degli interventi preparati, che avrebbe voluto stimolare un dialogo su come oggi le nostre rispettive comunità vivono il rapporto solitudine-vita comune.

Dopo il pranzo insieme – occasione, come ogni pasto, di preziosi scambi fraterni – il gruppo si è mosso per una visita al giardino botanico del monastero, appena sistemato grazie anche al contributo dell’Unione buddhista italiana, e di qui per una passeggiata di dialogo attraverso la meravigliosa natura che circonada il monastero, alla volta della cosiddetta grotta di Pier Damiani. Condividere un tratto di strada insieme è stato un altro modo di condividere ciò che abita nei nostri cuori…

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Di ritorno al monastero, dopo un momento di meditazione guidata dalla v. Annamaria Shinnyo (Shinnyo-ji, Firenze), la partecipazione ai vespri e la cena, la giornata si è chiusa con la visione di una parte del film documentario Nostra Aetate: il “fermento di bene”, realizzato nel 2017 dal Pontificio consiglio per il dialogo interreligioso.

L’indomani, venerdì 3 settembre, dopo la preghiera delle lodi, abbiamo avuto la gioia di ascoltare p. Paulin Batairwa Kubuya, sottosegretario del PCDI e incaricato del dialogo con i buddhisti presso questo dicastero vaticano, che ci ha parlato della sua esperienza di dialogo interreligioso durante i suoi anni vissuti come missionario saveriano a Taiwan e, in particolare, dei suoi incontri con il fiorente monachesimo buddhista dell’isola.

In seguito abbiamo vissuto, come di consueto, un momento di riunione dei membri DIM Italia. Oltre alla condivisione di alcune esperienze personali, ci siamo confrontati su possibili luoghi e date per l’incontro annuale 2022, accogliendo anche la proposta di prolungare di mezza giornata il nostro incontro. Il coordinatore ha poi presentato un progetto di possibile esperienza monastica in Thailandia, che ha trovato l’accoglienza entusiastica del gruppo.

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Invitiamo ad ammirare alcune foto che ben dipingono il clima fraterno del nostro incontro, la cui ricchezza è stata confermata anche dai numerosi messaggi dei partecipanti ricevuti a pochi giorni dalla riunione…

Sono stati giorni preziosi per il nostro viaggio interiore sempre più profondo e dilatato per la presenza di fratelli e sorelle che ci abitano.

Un grazie senza fine per questo “incontro” profondo e prezioso di dialogo e confronto, fonte di ispirazione e riflessione, vissuto con anime che percorrono una medesima Via nelle diverse declinazioni della fede […]. Una benedizione dal cielo.

Sono tornata a casa portandomi negli occhi gocce di bellezza e nel cuore fiammelle d’amore...

È stato bello rientrare a casa carichi della magia che ad ogni incontro si compie.

 

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