"Si deve sempre rispetto alle religioni altrui.

Agendo in questo modo si esalta la propria religione e non si fa offesa alle altre"

Editto XII 
del re indiano Ash
oka 
(III secolo a.C.)

 
Dialogo intermonastico a Pisa

Istituto superiore di scienze religiose
21 maggio 2018

 
Lunedì 21 maggio a Pisa, presso l’Istituto superiore di scienze religiose, si è tenuto un incontro sull’organizzazione, la spiritualità e l’attività del DIM (Dialogo interreligioso monastico) nell’ambito del corso di dialogo interreligioso offerto dall’istituto. Oltre agli studenti del corso, che si erano preparati vedendo previamente il video documentario La via dell’ospitalità, hanno partecipato con attenzione molte altre persone interessate.
Fr. Benedetto Doni di Pra’d Mill ha iniziato presentando la storia e la vita del DIM nel mondo e in Italia, sviluppando poi alcuni particolari significati e frutti del dialogo tra monaci di diverse religioni, sulla base dell’esperienza maturata negli ultimi anni nel DIM italiano. Dopo di lui sono intervenuti altri monaci del DIM (m. Laura Natali del Monastero benedettino di Pontasserchio, v. Guglielmo Doryu del Centro zen Anshin di Roma, v. Raffaello Losan Gompo dell’Istituto Lama Tzong Khapa di Pomaia, sv. Hamsananda Giri del Gitananda Ashram di Altare), che hanno dato una testimonianza corale, con note diverse ma ben accordate, sul senso del dialogo interreligioso vissuto nella particolare prospettiva dello scambio e della condivisione dell’esperienza monastica e spirituale. Infine abbiamo avuto la gioia di ascoltare la testimonianza del proprio percorso religioso e del senso della vita monastica nell’ottica del dialogo da parte di altri due monaci: v. Anna Maria Shinyo Iten del Centro zen Shinnyo-ji di Firenze e sv. Nirbhayananda Saraswati di Tumkur, India.

Al termine di questo simpatico concerto di riflessioni e di testimonianze “inter-monastiche” è sorta dai partecipanti la domanda sul rapporto di questo dialogo con le differenze dottrinali delle visioni religiose di ciascuno. Le diverse risposte dei relatori hanno precisato e approfondito la peculiare natura di questo dialogo basato sul confronto e sulla condivisione dell’esperienza, del metodo di ricerca e del cammino spirituale vissuti nella forma di vita monastica secondo le diverse tradizioni religiose, piuttosto che sul confronto delle loro dottrine, dei loro contenuti e delle loro visioni proprie. Al termine dell’incontro è stata fatta una preghiera da parte di ciascuno dei gruppi di monaci presenti, nella lingua della propria tradizione tradotta poi in italiano. La gioia è stata grande sia per i partecipanti che hanno assistito per la prima volta a un dialogo interreligioso monastico in diretta e ne sono stati molto colpiti, sia per i relatori che hanno vissuto un’intensa esperienza di incontro già dal mattino con il pranzo da m. Laura nel Monastero delle benedettine di Pontasserchio e poi nell’esercizio di questo nuovo compito del DIM di presentare e testimoniare coralmente il valore e la bellezza variopinta del dialogo spirituale tra monaci di diverse religioni. Come rapido sunto dei contenuti dell’incontro riportiamo di seguito alcune frasi significative captate da una partecipante:

Le religioni sono un mosaico, un arcobaleno, una sinfonia di esperienze del divino

Il dialogo quando è vero trasforma: è un aprirsi insieme all’infinità della manifestazione divina

Il dialogo INTER-religioso è chiamato a diventare INTRA-religioso perché in qualche misura ci si sforza di fare propria l’esperienza dell’altro

Abbiamo la stessa sete di Dio ed è questo a renderci fratelli

E scopri che l’altro non è poi così altro

Il dialogo interreligioso è un buttarsi nell’animo dell’altro e certe volte questo crea in me un po’ di panico come quando ti tuffi in mezzo al mare, perché incontri così tanta profondità

L’incontro con il diverso è una benedizione perché ti fa scoprire cose di te stesso che altrimenti non avresti mai conosciuto

La cosa bella non è trovare le uguaglianze tra noi ma volere che l’altro sia proprio diverso com’è!!! Perché possa essere lui stesso! E ci chiediamo preghiere l’un l’altro nei momenti difficili … ad esempio quando ci muore un parente, io che sono buddhista chiamo lui, cristiano, e gli chiedo di pregare per me!

L’intesa più profonda era nel silenzio, il dialogo più vero quando pregavamo insieme, ognuno nella sua modalità

L’accoglienza dell’altro mi ha fatto accogliere ciò che di me non riuscivo ad accogliere, perché è un mettersi tutta in gioco

Non è un sincretismo … le differenze vanno conosciute e non eliminate, per arrivare a stimare le qualità dell’altro!
 
fr. Benedetto Doni, O.Cist.
(Monastero Dominus Tecum, Pra’d Mill)
 

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