"Si deve sempre rispetto alle religioni altrui.

Agendo in questo modo si esalta la propria religione e non si fa offesa alle altre"

Editto XII 
del re indiano Ash
oka 
(III secolo a.C.)


 

44a Riunione delle commissioni europee del DIM

Abbazia di Königsmünster, MESCHEDE (Germania)
14-18 settembre 2015 

Germania1











La riunione annuale dei coordinatori delle commissioni nazionali del DIM/MID (Dialogue interreligieux monastique/Monastic interreligious dialogue) è stata ospitata quest’anno in Germania, presso l’abbazia benedettina di Königsmünster, presso Meschede. La comunità monastica (appartenente alla congregazione benedettina missionaria di Sankt Ottilien) ci ha non solo ospitato presso la Haus der Stille (“Casa del silenzio”, una struttura di ospitalità in interessante stile architettonico contemporaneo), ma ci anche accolto nella sua preghiera liturgica quotidiana (vigilie-lodi, ora media, vespro e compieta). L’ineccepibile organizzazione, realizzata da p. Cosmas Hoffmann osb, monaco di Königsmünster, coordinatore della commissione austro-tedesca, e da fr. Daniel Pont osb, monaco di En Calcat, coordinatore europeo, ha previsto anche due mezz’ore di meditazione quotidiana insieme.

I coordinatori partecipanti all’incontro sono stati: William Skudlarek osb (Collegeville), segretario generale; Daniel Pont osb (En Calcat), coordinatore europeo; Cosmas Hoffmann osb (Königmünster), coordinatore della commissione austro-tedesca; Marie Pinlou osb (Urt-Belloc), coordinatrice della commissione francese; Bénédicte Van Hoomissen osb (Loppem), coordinatrice della commissione belga di lingua fiamminga; Matteo Nicolini-Zani (Bose), coordinatore della commissione italiana; José Luis Navarro ocso (Midelt), coordinatore della commissione iberica; Sheryl Chen ocso (Tautra), coordinatrice della commissione scandinava. A essi si sono aggiunti anche Pierre de Béthune osb, membro rappresentante il DIM Belgio francofono e Oswin Gartside cr (Chiesa d’Inghilterra), membro rappresentante il DIM Gran Bretagna e Irlanda, ancora in assenza di un coordinatore; assenti i coordinatori della commissione ungherese e di quella svizzera. Per un giorno, il primo, abbiamo avuto il piacere di avere con noi anche l’abate primate Notker Wolf osb (Roma).












Il primo giorno di lavoro (martedì 15 settembre) si è aperto, in mattinata, con un saluto dell’abate primate p. Notker Wolf, che ha sottolineato alcune urgenze che egli intravede per il futuro lavoro del DIM, sullo sfondo della presente situazione in cui si trova l’ordine benedettino: c’è ancora interesse per il dialogo interreligioso? È necessario stimolare il dialogo, soprattutto con l’islam, e insieme ridiscutere qual è il fine del nostro dialogo. L’accoglienza dei profughi ci interpella come monaci nella nostra ospitalità… Nella società ci sono urgenze che spingono al dialogo, e devono interrogarci. Ci lascia tre domande come stimolo per la nostra conversazione dei prossimi giorni:

1. Status quaestionis: a che punto siamo nel nostro dialogo a livello dell’ordine?

2. Dialogo con chi, e come? Dialogo nel contesto del pericolo di fondamentalismo.

3. Come formare i nostri giovani monaci e monache al dialogo? In quale prospettiva? Bisogna dare alle comunità monastiche le ragioni per le quali dialogare.

A seguire, p. William Skudlarek ha informato i coordinatori su alcune buone iniziative che sono avvenute nell’ultimo anno a livello mondiale. Innanzitutto, il documentario sul DIM è praticamente pronto: la prima visione sarà il 3 ottobre a Parigi, presso il Collège des Bernardins. Continuano ad aver luogo alcune buone iniziative nei diversi monasteri, anche se poco si sa. La rivista online Dilatato corde continua a ricevere articoli per la pubblicazione, mentre gli abbonamenti all’edizione stampata sono a tutt’oggi assai scarsi (presto si dovrà decidere a proposito). La prossima sessione di dialogo monastico-sciita è programmata per il prossimo anno 2016 in Iran. Un significativo evento è stato l’Incontro buddhista-cristiano tenutosi a Castelgandolfo, grazie all’organizzazione congiunta del movimento dei Focolari, della Conferenza episcopale nord-americana e del Pontificio consiglio per il dialogo interreligioso (PCDI).

Ha preso poi la parola fr. Daniel, che ha fatto un breve bilancio dei suoi due mandati come coordinatore europeo uscente: “Leggendo i rapporti annuali, noto che sono state molte, anche se piccole, le cose fatte in questi dieci anni: contatti bilaterali preziosi, che fanno la forza del nostro dialogo. Sottolineo l’Importanza di essere un’istituzione corporale, e non un aggregato di individui. Circa la mancanza di interesse e lo scarso coinvolgimento del mondo monastico per il dialogo interreligioso, guardo con speranza al futuro, in quanto per le giovani generazioni l’interreligioso è questione di realtà quotidiana (classi multireligiose, eccetera)”. Ora la responsabilità di coordinatore europeo passa a p. Cosmas, che tutti i coordinatori ringraziano per aver accettato il nuovo servizio.

La fine della mattinata e il primo pomeriggio sono stati dedicati a una comune valutazione (in gruppi linguistici e poi tutti insieme) del documento Il dialogo interreligioso: un cammino di trasformazione interiore, elaborato l’anno scorso a Bruxelles in seguito all’incontro promosso dalle Voies de l’Orient. Questi i punti emersi che richiedono di essere sviluppati:

1. La preghiera interreligiosa: cosa significa “pregare insieme”?

2. I presupposti storico-teologici del dialogo interreligioso a livello dell’esperienza spirituale, che rendano ragione della centralità del dialogo interreligioso per la vita spirituale. In questo senso, un apparato che riporti testimonianza sarebbe di utilità.

3. Una più profonda elaborazione teologica delle esperienze fin qui fatte di dialogo interreligioso a livello spirituale.

4. La complementarietà tra l’approccio catafatico e quello apofatico nella vita spirituale: una maggiore articolazione di queste due dimensione sarebbe auspicata per una migliore presentazione del dialogo interreligioso a livello dell’esperienza spirituale.

5. La centralità della dimensione dell’amicizia-convivialità nelle relazioni interreligiose, e le sue ricadute sull’incontro spirituale con seguaci di diverse vie religiose.

6. L’impegno sociale cui questo dialogo spirituale spinge.

Nella seconda parte del pomeriggio Cosmas ci ha condotti in visita ai luoghi monastici dell’abbazia, la cui fondazione risale al 1922, ma che si è molto sviluppata nei decenni postconciliari con strutture moderne particolarmente interessanti dal punto di vista architettonico. Il tutto si è concluso con la cena insieme alla comunità (circa quaranta persone in tutto, ma presenti in questo momento solo una ventina), nel refettorio monastico. 

Il secondo giorno (mercoledì 16 settembre), è stato dedicato alla formazione, attraverso la visita dapprima a Wipperfürth e poi a Colonia. A Wipperfürth abbiamo avuto il piacere di visitare il tempio Daiseion-ji della scuola buddhista Nichiren, costruito quindici anni fa. La nostra sosta, seppure breve, ci ha permesso di assistere a una breve cerimonia e poi incontrare l’abate del tempio, il rev. Nissho Takeuci, la fondatrice, Shokei Steffens, che ci ha raccontato la storia della fondazione, e due altri monaci. Interessante è stato soprattutto ascoltare come la popolazione locale, per lo più cattolica e in minima parte protestante, dopo un iniziale momento di forte ostilità nei loro confronti, è giunta ad accettarne e a stimarne la presenza: bell’esempio, molto concreto, di come la presenza dell’“altro” ci spinga a una conversione della nostra fede! Ripartiti alla volta di Colonia con il tradizionale “dono di addio” in perfetto stile giapponese, là eravamo attesi da Anna Maria Fischer, dell’Ufficio per il dialogo interreligioso della diocesi di Colonia, Georg Evers e altri membri degli uffici diocesani: con essi abbiamo avuto un proficuo e piacevole scambio, a proposito delle loro attività e delle nostre. A conclusione, visita guidata alla cattedrale della città, con sosta “privilegiata” presso il reliquiario contenente i crani dei tre magi.












Il terzo giorno (giovedì 17 settembre) abbiamo ripreso i nostri lavori “a tavolino”, con un iniziale momento di scambio circa le attività condotte nelle differenti regioni europee, focalizzando la nostra relazione su tre punti principali: l’evento più significativo, le sfide e le risorse di ciascun gruppo nazionale. Per la nostra commissione italiana ho sottolineato le seguenti dimensioni:

A. L’evento più rilevante nell’ultimo anno è stato certamente la nostra riunione annuale, che prosegue il confronto sul tema dell’“identità monastica”, di cui da sottolineare è il progressivo spostamento da un orientamento più accademico a uno più esperienziale; insieme a questo, particolarmente originale è stata l’iniziativa Teofonia.

B. La sfida principale continua a essere la formazione: anche se un’informazione e una formazione di base è fatta attraverso il sito internet e le newsletter inviate tre o quattro volte l’anno, resta la questione di come rispondere agli individui e alle comunità che chiedono di essere formati al dialogo e alla conoscenza delle altre religioni. Un piccolo contributo speriamo possa darlo la recente pubblicazione del mio libretto, scritto con M. Yushin Marassi, Incontrarsi al cuore. Un dialogo cristiano-buddhista sull’amore-compassione.

C. Circa le nostre “risorse” a livello di persone coinvolte, il gruppo è ormai piuttosto ben consolidato (circa 30 membri, di cui 2/3 monaci e monache cristiani e 1/3 monaci di altre tradizioni religiose), con uno o due nuovi membri all’anno. Continuiamo consapevolmente a mantenere la natura strettamente monastica del nostro incontro annuale e, in generale, del gruppo. Sono particolarmente felice di notare che recentemente alcuni altri membri hanno sentito la responsabilità di promuovere, impegnarsi e far conoscere il DIM personalmente. Ultima annotazione: dal momento che ci troviamo in Italia e dunque più prossimi di altri al Vaticano, la nostra commissione italiana è naturalmente, senza ricercarlo, il partner più prossimo del PCDI: questa è una responsabilità per noi ma anche una possibilità di offrirci come interlocutori per il PCDI e l’Ufficio nazionale per l’ecumenismo e il dialogo interreligioso della conferenza episcopale italiana.

Il confronto si è poi rivolto agli scambi spirituali est-ovest. P. Pierre ha nuovamente sottolineato la responsabilità che abbiamo nel nutrire questi scambi, magari rendendoli più agili, così da alleggerirne l’organizzazione e facilitare chi volesse rendersi disponibile: ciascuno è stato chiamato a sondare il proprio “terreno nazionale” per vedere se nel 2017 c’è qualche monaco o monaca interessato a partire per un soggiorno di tre settimane circa in Giappone (tra settembre e novembre) e qualche monastero in Italia è disposto ad accogliere monaci/monache giapponesi (tra agosto ed ottobre). Altri hanno espresso l’urgenza che si cerchino nuovi contatti con altri paesi. A detta di molti, un paese con cui varrebbe la pena entrare in contatto per sviluppare futuri scambi è la Corea, paese in cui il buddhismo, assai vivo dinamico, presenta una forma veramente monastica, rappresentando per noi un partner ideale. Lo stesso vale per la Thailandia, paese con il quale p. William ha già qualche utile contatto. Il sottoscritto ha poi mostrato la disponibilità a ravvivare contatti già avuti in passato con monasteri a Taiwan.

Il pomeriggio si è concluso con una visita all’annesso liceo gestito dall’abbazia e una deliziosa torta nell’elegante mensa della scuola.

Per il 2016 l’incontro europeo DIM/MID è programmato a Tautra, in Norvegia (12-16 settembre). Per il 2017 si è proposta per l’organizzazione del nostro incontro la commissione di Gran Bretagna e Irlanda, con date da precisare.

Fr. Matteo Nicolini-Zani, monaco di Bose


 

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