"Si deve sempre rispetto alle religioni altrui.
Agendo in questo modo si esalta la propria religione e non si fa offesa alle altre"

Editto XII 
del re indiano Ash
oka 
(III secolo a.C.)

 

"Palpitano insieme, spighe d'orzo e farfalle..."

 

Tre giorni di convivenza cristiano-buddhista

presso il monastero delle clarisse di Urbino

 

di sr. Chiara Carla Cabras


 

      Riportiamo un poetico resoconto personale dell'esperienza di convivenza interreligiosa vissuta dalla comunità delle sorelle clarisse di Urbino nei giorni 15-18 luglio 2013. Il testo è stato preparato da una monaca di quella comunità, membro attivo del gruppo DIM Italia.


Monaci di Pomaia e clarisse di Urbino 


 


 



"Gli dei sono dovunque…

il tutto di Tutto,

l'Uno pone fine a ogni distinzione.

I tremila mondi

sono in quel fiore di pruno,

il profumo è Dio"

                   (Shinkichi Takahashi)

 


 

      Se è vero che la poesia è capace di esprimere emozioni, sensazioni, pensieri e suggestioni, con facilità e mirate immagini, ecco, me ne voglio servire in questa cronaca (citando qualche verso dei maestri cinesi e giapponesi della poesia zen), per raccontare agli amici del DIM, la piccola-grande esperienza che abbiamo vissuto, come dono reciproco, ad Urbino, nel monastero di Santa Chiara, mio monastero di appartenenza, in una "tre giorni" speciale della prima metà del mese di luglio (dal 15 al 18), quando, al caldo straordinario di un "mezzogiorno di fuoco", è comparsa una nuvola densa di rosso: "Passeggiata estiva, indossando una trapunta, camminare con passo solenne". Sono i nostri fratelli buddhisti della tradizione Mahayana del Tibet; dopo l'accoglienza festosa e fraterna, finalmente un po' di riposo nella fresca foresteria del nostro monastero; come dice il poeta: "Che fresco, la fronte ha toccato la verde stuoia di paglia"!

 

      A sera è incominciato il "programma" elaborato da noi clarisse insieme al monaco Raffaello, amico e fratello nostro e con tre sorelle monache, Angela, Ruth, Kunsang dell'Istituto Lama Tsong Khapa di Pomaia (PI): abbiamo visto insieme un filmato del tutto eccezionale, in quanto assolutamente inedito, sull'esilio del Dalai Lama, la situazione dell'odierno Tibet troppo spesso dimenticato dall'opinione pubblica e, in particolare, la realtà attuale dei monaci: "Futuro, passato, il mare dell'oblio, mentre il presente è capovolto".

 

      Il secondo giorno è stato caratterizzato da un lungo incontro (diviso tra mattina e pomeriggio) per il dialogo tra le due comunità, la nostra francescano-clariana e quella buddhista-tibetana. Il clima era fraterno e socievole, all'impronta della comunione e della verità: "Contenti di una ciotola ammaccata e di povere vesti, la nostra vita scorre serena". Abbiamo parlato tanto di silenzio, di preghiera, di vita fraterna, scoprendo insieme di desiderare allo stesso modo queste cose essenziali per ogni tipo di vita monastica: "La luna è vecchia luna di sempre, i fiori sono esattamente come prima, eppure ho raggiunto l'essenza di tutte le cose che vedo". I monaci buddhisti hanno visto come un bene inestimabile per loro ancora da raggiungere, il nostro vivere comunitario, all'insegna della fraternità e dell'amore, profezia per l'uomo di oggi; noi clarisse, invece, siamo state molto contente di vedere che fra noi (siamo 21 sorelle!) sono "miseramente" caduti quegli ultimi rimasugli di pregiudizio o di precomprensione che potevano esserci di fronte al diverso da noi! Quell'ultimo velo di non conoscenza ha lasciato il posto alla luce e alla gioia di persone che, conosciute finalmente, sono diventate nuove amicizie: "Sotto gli alberi di ciliegio non ci sono stranieri! All'aria estiva, su di un palo, un velo!".

 

      Il nostro incontro e dialogo sono stati arricchiti di molto dalla presenza del caro amico fr. Cesare Bovinelli dell'eremo di Fonte Avellana (PU) e da sorella Giovanna Negrotto, pellegrina della fraternità di Charles de Foucauld, da anni amica della nostra comunità. Abbiamo poi visto – ne siamo consapevoli – quanto dobbiamo imparare da coloro che percorrono un sentiero diverso dal nostro ma che con il nostro si incrocia: "Prediamo il sentiero, viaggiatori felici...!".

 

      Ma di questa giornata memorabile, la parte più sensazionale è stata riservata alla sera inoltrata (ore 21), quando dopo avere partecipato alla nostra preghiera liturgica vespertina, i fratelli buddhisti sono entrati nel nostro coro monastico per la loro preghiera che noi sorelle abbiamo condiviso con gioia e solennità: "Campane della sera, i fiori del loto colpiscono il giardino del Tempio". Il tappeto più bello che in genere usiamo nella solennità del Giovedì Santo, l'incenso profumato d'origine thai, le voci ritmate dei monaci che ripetevano molte volte le lodi a Tara (divinità femminile), in lingua tibetana, hanno fatto della puja (nome della cerimonia di preghiera) e del nostro profondo e partecipato ascolto, un qualcosa di straordinario e coinvolgente che si può tradurre con due parole, armonia e pace di cuori che battono insieme: "Palpitano insieme, spighe d'orzo e farfalle". Siamo arrivati a notte, tempo destinato al riposo, dopo una originale giornata: "Notte sacra, bianco respiro di danzatori"...

 

       Sì perché di danza si tratta, la danza della vita che, al terzo giorno, l'ultimo del nostro momento interreligioso, abbiamo dedicato agli incontri personali e si è fatta amicizia, conversazione spirituale, scambio di esperienze umane e interiori; noi per così dire "danzatori" della vita, insieme protesi ad una serena ricerca dell'Assoluto, dell'Eterno, dell'Infinito. Possiamo ben dire: "Cielo della terra, da adesso in avanti, ogni anno è un premio". Amicizia e convivialità fraterna ci hanno accompagnato alla fine della nostra esperienza di dialogo interreligioso in Urbino anche con lo scambio di piccoli doni semplici, fatti in casa, ma resi grandi dall'amore con cui venivano reciprocamente offerti l'un l'altro.

 

      Così, mentre la giornata del 18 luglio si riapriva con la preghiera mattutina delle lodi, alle ore 6, in coro davanti al Signore, abbiamo salutato e abbracciato il caro monaco Raffaello e le sorelle monache buddhiste che all'alba ripartivano: "L'ospite se ne è andato, il monaco si è allontanato, non piangete; perfino gli amanti, perfino le stelle debbono separarsi". Così ognuno ha ripreso il suo quotidiano, il giorno dopo, con il cuore gonfio di gioia, gioia grande di avere scoperto un nuovo sentiero che vogliamo percorrere insieme per meglio conoscerci, per meglio volerci bene e realizzare le parole stupende della poesia posta in calce allo scritto...

 

      ... Dopo questa esperienza di fraterna condivisione, non ci fa più paura "il ritorno per un sentiero non praticato: nascono fiori"...                 

sr. Chiara Carla Cabras
(monastero Santa Chiara, Urbino)

 

  Contatti: info@dimitalia.com

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