Riunione dei membri della
commissione DIM Italia
Monastero buddhista zen Sanboji (Berceto PR)
26-29 settembre 2023
Monastero buddhista zen Sanboji (Berceto PR)
26-29 settembre 2023
Solo se praticate la virtù dentro di voi, la virtù della Via in modo naturale si manifesterà all’esterno. In modo naturale, senza bisogno che speriate o desideriate […], se seguirete l’insegnamento del Buddha e degli antichi patriarchi e praticherete la Via, questa virtù da se stessa porterà le persone alla Via.
(Eihei Dōgen, Shōbōgenzō zuimonki 3,3)
Incontro ricco, dinamico e fecondo, quello che il gruppo italiano del DIM ha vissuto dal 26 al 29 settembre presso il monastero buddhista zen di Sanboji, il “tempio dei tre gioielli” (Buddha, dharma e sangha) a Berceto, sull’Appennino parmense. Ventotto i partecipanti, di cui venti monaci e monache cristiani di diverse appartenenze monastiche (benedettini/e, camaldolesi, Bose, clarisse, cappuccine, carmelitane, piccola famiglia dell’Annunziata, adoratrici perpetue del santissimo Sacramento), sei monaci e monache buddhisti zen, e un fratello e una sorella musulmani della Co.Re.Is., a cui si sono aggiunti l’abate e i monaci e le monache del “sangha della foresta di bambù” residenti a Sanboji. Nonostante il rammarico per l’assenza dei fratelli e delle sorelle induisti e buddhisti “tibetani”, anche quest’anno abbiamo avuto la gioia di accogliere due nuovi membri desiderosi di condividere il nostro cammino.
Come già vissuto in maniera simile nel 2016 a Fudenji, l’incontro di quest’anno ha permesso ai partecipanti di vivere un’autentica immersione di esperienza nella vita di una comunità zen. Attraverso la condivisione della quotidianità di questa comunità zen abbiamo potuto vivere un incontro che ha inciso in profondità nella nostra comune sensibilità monastica. E questo è stato possibile grazie all’ospitalità dei nostri fratelli e delle nostre sorelle di Sanboji che, coadiuvati da un gruppetto di volontari, si sono dedicati per tre giorni alla laboriosa organizzazione della nostra accoglienza, attenta alla cura di ogni dettaglio e alla modalità con cui potessimo recepire al meglio ciò che stavamo vivendo.
Così i nostri due giorni di vita condivisa ci hanno portato ad assaporare, seppur fugacemente, di cosa è “fatta” la vita di questo monastero buddhista zen presente in un luogo tanto silenzioso e bello dal punto di vista naturale, e tanto curato dal punto di vista estetico e architettonico. Vita che è strutturata attraverso una minuziosa organizzazione del tempo e delle attività, intorno a tre dimensioni, tre forme diverse ma complementari di “coltivazione della Via”.
Primo, lo zazen, quello “stare seduti e basta” (shikantaza) che non è tanto una tecnica di meditazione quanto l’essenza di tutto lo Zen. Ad alcune sessioni di zazen sui tatami dello zendō, la “sala di meditazione”, e di kinhin, la “meditazione camminata”, all’aperto siamo stati guidati dall’accompagnamento chiaro e vibrante dell’abate di Sanboji, il maestro Carlo Tetsugen Serra, cha nel 1994 ha iniziato a far vivere questo luogo.
Secondo, i kōan, “storie zen” utilizzate per far breccia nel linguaggio convenzionale e raggiungere la vera comprensione delle realtà. Anche qui, la mirabile maestria dell’abate Tetsugen ci ha accompagnati – attraverso la lettura e il commento di una di queste storie zen – a intuire la potenza di questo strumento di realizzazione spirituale.
Terzo, samu, il lavoro manuale, che occupa parte della giornata nel monastero zen. Accompagnati da fratelli e sorelle di Sanboji e dei volontari, per due mattine abbiamo condiviso alcune ore di lavoro nel giardino, nell’orto e nei diversi locali del monastero, intercalate da momenti di ricreazione, altrettante occasioni di incontro e conoscenza reciproca.
La recitazione e il canto dei sutra e il momento dei pasti comuni (formali e informali) preparati con cura e gusto ci hanno altresì permesso l’immersione in un linguaggio liturgico e rituale, certamente “altro” ma per certi aspetti risonante con la quotidianità delle nostre vite monastiche.
Desiderosi di confrontarci più direttamente con l’esperienza monastica della comunità di Sanboji, un tempo prolungato è stato dedicato all’ascolto dell’abate e dei membri della comunità ospitante che ci hanno offerto spunti sul tema: “Il monachesimo in occidente oggi: sfide e prospettive”, a partire dalla loro particolare visione, pratica e storia. Un vivace e animato dialogo ha proseguito la riflessione con l’apporto delle prospettive di altre vie religiose e di altre comunità monastiche.
Infine uno spazio abbiamo voluto riservarlo, come di consueto, alla riunione tra i membri del DIM presenti. Momento che ci ha permesso di presentare libri, condividere belle esperienze fatte da alcune comunità durante l’anno trascorso e abbozzare alcuni progetti futuri. Una cena conviviale ha concluso con note di gioiosa fraternità il nostro convenire, ogni anno più famigliare, armonioso e profondo.
Queste note risuonano nelle parole di una delle partecipanti ricevute a pochi giorni dall’incontro:
Ho ancora sulla pelle le sensazioni vissute e nel mio cuore-mente la percezione del magico momento che abbiamo vissuto tutti insieme nel DIM quest’anno. Se dovessi identificarlo, rappresentarlo con una parola, direi: coesione, coesione di intenti, coesione di percorso, di vite che si offrono al servizio del Divino…
Matteo Nicolini-Zani
monaco di Bose
coordinatore DIM Italia