Ecclesiam suam
1964
1964
Ecclesiam suam [1] è la prima enciclica di Paolo VI, che si situa tra la seconda (29 settembre-4 dicembre 1963) e la terza sessione del concilio (14 settembre-21 novembre 1964) [2] e pertanto può aver influito sui documenti che trattano del dialogo interreligioso, allora ancora in fase di elaborazione.
Con questa enciclica il dialogo (il testo latino usa però il termine colloquium) non solo fa il suo esordio nei documenti ufficiali della chiesa, ma diventa tema centrale, anzi programmatico del pontificato di Paolo VI. Il papa a cui sta a cuore il dialogo fra la chiesa e il mondo moderno [3], distingue al riguardo quattro cerchi concentrici: il primo riguarda l’umanità in quanto tale e la condivisione di tutto ciò che è umano; il secondo è costituito dai credenti delle altre religioni; il terzo comprende gli altri cristiani, ed infine, l’ultimo, riguarda il dialogo interno alla chiesa stessa.
Nel secondo cerchio il papa nomina esplicitamente gli ebrei, i musulmani, i seguaci delle grandi religioni afroasiatiche. Tuttavia all'importanza che assume il dialogo come atteggiamento non sembra corrispondere né una nuova valutazione teologica delle altre religioni né una nuova valutazione del posto da attribuire al dialogo nella missione della chiesa. Infatti l’enciclica, dopo aver affermato che la religione cristiana è l’unica vera religione, scevra d’ogni errore, perfetta e definitiva, riconosce il necessario rispetto dovuto “ai valori spirituali e morali delle varie confessioni religiose” [4], e non direttamente alle confessioni religiose in se stesse. Quanto al dialogo, sebbene si giunga a descriverlo con espressioni nuove e ardite [5], esso non è intrinsecamente legato con la missione evangelizzatrice della chiesa. Ne è segno il fatto che il primo problema affrontato nell’enciclica (la coscienza che la chiesa deve avere di se stessa e della propria missione) viene affrontato come problema a sé.
[1] Cf. Enchiridion vaticanum II, EDB, Bologna 198112, nrr. 163-210, pp. 198-299.
[2] Approvazione della Lumen gentium, Orientalium ecclesiarum e di Unitatis redintegratio.
[3] Cf. Enchiridion vaticanum II, nr. 168, p. 205.
[4] Ibid., nr. 205, p. 289.
[5] «La chiesa si fa parola; la chiesa si fa messaggio; la chiesa si fa colloquio» (ibid., nr. 192, p. 259).